I tesori dell’archivio di Mergozzo
di Marinella Bianco, archivista co-titolare di Acta Progetti
Gli statuti del 1378 e gli atti più antichi
Nell’archivio comunale sono conservate sei pagine degli Statuti del 1378 (restaurati, ma poco leggibili), approvati da Gian Galeazzo Visconti, che sono invece presenti integralmente, in copia a stampa, presso l’Archivio Borromeo Isola Bella. La pubblicazione “Questi sono gli statuti del Comune e degli uomini di Mergozzo, anno 1378” a cura di Franca Maulini Colombo e Bice Bianco Ferro del 1978 li riporta.
Le due pergamene più antiche (restaurate) sono lettere del Duca di Milano e Conte di Angera, nel distretto di Vogogna, che risponde ai supplicanti uomini di Mergozzo dicendo che non cambia le norme sulle esazioni anche se cambia giurisdizione. Sono entrambe del 1416, la prima datata 15 aprile e la seconda 22 aprile.
Un’altra pergamena datata 7 luglio 1583 (restaurata) tratta di un divieto di pesca di pesci proibiti da parte dell’Officio di Provvisione. Nel secolo XIV il tribunale di provvisione costituiva il fulcro direttivo dell’intera amministrazione, con ampie competenze in fatto di ordine pubblico, vettovagliamento, regolamentazione delle attività economiche, politica tributaria, assistenza pubblica. Anche con gli Sforza fino al XV secolo si mantenne questo tribunale. http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/storia/?unita=03.01#03.01.05
Il disastro di Candoglia
Il 5 luglio 1856 una frana dalla cava del Duomo di Milano cade su case e orti di Candoglia, per fortuna non ci sono vittime. Si legge che si sapeva che l’escavazione era da tempo troppo in verticale e che si pensava di proteggere l’abitato con “pronto imboschimento”, ma non ha funzionato a causa del “proibito e irregolare metodo di escavazione” e quindi vengono chiesti i danni alla Veneranda fabbrica del Duomo, che accetta e procede anche alla messa in sicurezza della cava.
Non terminano qui però le rimostranze di Mergozzo verso la Fabbrica del Duomo poiché anni dopo ci furono altri problemi, ma meno gravi, soprattutto legati al continuo espandersi della cava che, nel 1874 era
divenuta proprietà della Fabbrica del Duomo e a seguito di questo fatto, oltre alla messa in sicurezza dell’area, si delibera anche la costruzione di una strada anche per proteggere i blocchi del pregiato marmo che rotolando a valle si danneggiano.
La costruzione della parrocchia, 1610
Il simbolo di Mergozzo è sicuramente l’olmo della piazza del paese sul lungolago, una pianta secolare, già presente a Mergozzo nel XVII secolo come testimonia la pala d’altare della Madonna del Rosario, dipinta nel 1623 da Carolus Canis, e conservata nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta che nei documenti si legge sia stata ricostruita e costruita ex novo all’inizio XVII secolo. Nel 1599 si legge in un documento (F32, fasc. 1)
Una proposta di costruzione e ri-costruzione, quindi su un nucleo precedente; infatti negli statuti si legge già di una riedificazione rispetto al 1378, dunque il primo nucleo è almeno altomedievale. Un altro documento (F 32, fasc.3)
Data la costruzione della campana grande nel 1622 e un altro ancora (F 32, fasc. 4)
La costruzione della balaustra nel 1709.
1890: 160 bambini alla scuola elementare
Nel 1890 a Mergozzo c’era l’asilo infantile e le scuole elementari si trovavano a Mergozzo, Albo, Bracchio e Montorfano; avevano anche i corsi serali e festivi. L’asilo ospitava 43 bambini dagli 0 ai 6 anni: 20 femmine e 23 maschi. La scuola elementare, nelle 4 sedi, contava 160 obbligati dai 6 ai 9 anni: 88 maschi e 72 femmine. La scuola serale ospitava 112 iscritti dei quali 11 femmine. La scuola festiva aveva 63 femmine iscritte e nessun maschio.
Una proposta di costruzione e ri-costruzione, quindi su un nucleo precedente; infatti negli statuti si legge già di una riedificazione rispetto al 1378, dunque il primo nucleo è almeno altomedievale. Un altro documento (F 32, fasc.3)
130 anni or sono: patate, castagne, uva, ma anche 8000 chili di formaggio e 500 chili di lana
Dal 1890 al 1896 le produzioni agricole consistevano in fagioli, piselli e lenticchie; patate; granoturco; canapa; segale; castagne; uva. Non si coltivavano fave, lino, orzo, avena. Nel 1894 a causa di siccità e grandine le medie produttive sono molto più basse. Nelle statistiche si legge anche che le piogge abbondanti e il caldo influivano negativamente sulla qualità dei prodotti.
Dagli Statuti sappiamo che già nel Medioevo si coltivavano la canapa (art.15), le castagne (art.23) e anche le viti (art. 26) per fare il vino.
8000 Kg di formaggio = Lire 6.400 (0,80 al Kg.)
3000 Kg. Di Burro = Lire 7.500 (2,40 al KG)
3000 Kg di ricotta e puina (formaggio fresco fatto con latte e caglio) = Lire 990 (0,30 al Kg)
500 Kg di lana prodotta da 400 pecore e 120 agnelli = Lire 1070 (2,14 al Kg)
La lana degli agnelli era però più pregiata.
Latteria sociale
Nel 1870 vennero fondate due latterie sociali una a Albo e una a Mergozzo, due anni dopo ne nacque un’altra a Bracchio. Erano latterie turnarie; i soci/produttori consegnavano il latte appena munto nella quantità eccedente al loro fabbisogno familiare, il latte veniva lavorato dal casaro che era un dipendente assunto dalla latteria sociale e che era coadiuvato da uno dei soci, che turnavano in questo compito. Si vendeva il prodotto e il socio di turno teneva il guadagno della giornata.